AVEZZANO – Servizi accorpati, turni massacranti, assistenza precarizzata, demansionamenti, strutturale carenza di personale negli ospedali della Asl, Avezzano-Sulmona-L’Aquila. Conseguenza una situazione drammatica per il personale che, aggiungiamo noi, inevitabilmente va a ripercuotersi sul cittadino-paziente e sul cittadino-assistito qualche volta con conseguenze tragiche. A denunciare questo penoso stato di cose, aggravato dalla mancata organizzazione dei piani ferie per l’estate nella Asl aquilo-marso-peligna, è la Cgil Funzione pubblica provinciale che chiede venga immediatamente aperto un tavolo di confronto fra azienda e sindacati per cercare di ovviare in tempi ristrettissimi a questa drammatica condizione.
«La gravissima carenza di personale denunciata dalla scrivente Fp-Cgil della Provincia dell’Aquila- scrivono i responsabili Francesco Marrelli ed Anthony Pasqualone – sta determinando il collasso dei servizi sanitari. Continuano a giungerci segnalazioni circa le enormi criticità nella organizzazione dei turni di servizio in concomitanza del periodo estivo in cui il personale, dopo i continui ed enormi sacrifici svolti per l’intero anno, vorrebbe usufruire delle agognate ferie estive. In più, la carenza di una programmazione e di pianificazione delle ferie estive viene ancor di più ad aggravarsi in seguito ad eventi imprevisti quali ad esempio malattie ecc.. A ciò si aggiunga che le scarse risorse umane a disposizione nella Asl, rischiano di determinare, secondo alcune ipotesi che circolano in questi giorni eventuali accorpamenti di servizi e reparti con le evidenti ripercussioni sulle prestazioni sanitarie e sulle gravi conseguenze che ciò comporta al diritto alla salute dei cittadini.
La Fp-Cgil, fin da ora – proseguono i due sindacalisti – , si dichiara contraria al ricorso al lavoro straordinario come strumento per “gestire” il periodo estivo, è intollerabile, infatti, l’utilizzo di tale istituto nella programmazione ordinaria delle attività e dei turni di lavoro. Inoltre, come si ripete da anni, il Fondo per la remunerazione dei lavoratori risulterà insufficiente a coprire tutte le prestazioni eseguite con conseguente mancato pagamento nei confronti dei lavoratori. Infatti i dipendenti della Asl, a seguito dello straordinario prestato, hanno accumulato un credito orario di centinaia di ore che non viene liquidato e, tantomeno vi è la possibilità di recupero compensativo dovuto proprio alla carenza di personale. In altri casi, i lavoratori non si sono visti corrispondere la giusta retribuzione per il lavoro svolto, tant’è che sono ancora in attesa della liquidazione delle somme a titolo di straordinario relativo agli anni 2016 e 2017.
La Fp-Cgil torna a denunciare – afferma la Cgil-Fp provinciale dell’Aquila- che, proprio per le carenze strutturali di personale, si assiste quotidianamente al sistematico demansionamento dei lavoratori i quali vengono adibiti a mansioni improprie e a turni massacranti, con pregiudizio delle condizioni di salute e sicurezza delle maestranze. Il piano assunzioni rappresenta sicuramente un passo in avanti verso il riequilibrio delle risorse umane a disposizione, che nella previsione normativa tende a garantire la continuità lavorativa al personale oggi precario. Però, da una sommaria lettura della relazione allegata alla deliberazione del Direttore Generale n. 1127/2018, si evidenzia come, a causa dei tetti di spesa del personale imposti dal piano di rientro del sistema sanitario regionale, si è passati da una dotazione organica di 5116,81 unità di personale a 4053. Ricordiamo ad onor di cronaca che rispetto alle 4053 unità lavorative ad oggi prestano servizio circa 3800 lavoratori tra tempi indeterminati e precari, numero totalmente insufficiente a coprire le esigenze di servizio. In tale contesto, invece che programmare investimenti urgenti sul personale, che è il vero cuore pulsante della assistenza sanitaria, in questi giorni si discute di finanza creativa per la costruzione del nuovo ospedale dell’Aquila.
La Fp-Cgil, ritiene opportuno affrontare tale tema – dicono i due – , in merito al quale riteniamo necessario aprire immediatamente un tavolo di confronto. Su una scelta del genere è necessario consultare tutti i soggetti portatori di interesse e soprattutto la cittadinanza, avendo tale progetto un impatto a lungo termine, con un alto rischio di indebitamento per i conti pubblici, fenomeno già rilevato anche dalla Corte dei Conti in altre regioni. È infatti necessario comprendere da subito quali potranno essere i costi di gestione dei servizi del progetto di finanza, la Fp-Cgil si dichiara, sin da ora, contraria ad un progetto che possa sottrarre risorse alla spesa pubblica per la salute – concludono Marrelli e Pasqualone – , in un tempo in cui le risorse a disposizione sono sempre più scarse a seguito dei mancati investimenti in termini di personale e tecnologie da parte dei governi nazionali e regionali succedutisi in questi anni».
Una richiesta più che legittima visto che, forse a qualche burocrate potrà apparire sorprendente, ma la realtà è questa, ci si ammala anche d’estate ed è il periodo peggiore visto che, da regola, si trovano sempre i servizi su scala ridotta. Se poi si considera che il dato di partenza di questi servizi, e lo dice la Cgil stessa, non è il massimo vista la cronica carenza di personale e strutture, al cittadino utente del Servizio Sanitario Nazionale non resta che recitare una lunga preghiera a tutti i santi del paradiso.
Insomma, per dirla con il mitico maestro Marcello D’Orta “Io, speriamo che me la cavo!”.
P.L.P.