AVEZZANO – Caro-monnezza, Mario Casale, esponente di LeU ed ex assessore comunale della Giunta del Sindaco Prof. Mario Spallone, interviene nuovamente sulla questione aumento della Tari. Nei giorni scorsi, su queste colonne, infatti, Casale aveva denunciato un aumento secco del 10% della tariffa a carico delle famiglie, insomma, l’ennesima gabella portata sulle spalle dei più. Il Comune di Avezzano, su altre colonne, aveva cercato di rispondere affermando che si è trattato, in soldoni (i nostri ndr), di una previsione errata e che tutto sarebbe rientrato.
Ma gli attuali amministratori, icone fulgide della seconda e terza repubblica (scritto piccolo perché non è una istituzione ma una sorta di poltergeist) non hanno tenuto in conto che Casale, invece, è un figlio ed una icona della Prima Repubblica, quella della Costituzione per capirci, e che pertanto è andato a leggersi per benino le carte. Dopo aver fatto un giretto nella delibera in questione, la delibera consiliare n. 89 del 22 dicembre 2017, un po’ deluso e alquanto sconcertato, Casale ha così commentato:
«Bisogna far riferimento con particolare attenzione ai punti 4,5,6 della delibera. Non siamo di fronte a una previsione sbagliata – dice Casale -, come goffamente si sostiene dalle parti del Comune, ma ad una scelta politica ben precisa e anche applicata male. Naturalmente – conclude – insisto nel chiedere il rimborso per tutte le famiglie danneggiate e un abbassamento effettivo del tributo Tari».
Ma cosa si dice nei punti indicati da Casale? Pronti via, eccoli qui:
“4) Di confermare nella misura del 20% della parte variabile la riduzione obbligatoria della
tassa rifiuti, di cui all’art. 37 della legge 221/2015, per le utenze domestiche e per le attività agricole e florovivaistiche che effettuano il “compostaggio aerobico” individuale;
5) Di confermare per l’anno 2018 l’agevolazione sulle tariffe domestiche che applicano la
raccolta differenziata, al fine di consentire ai nuclei familiari di alleggerire la rilevante pressione fiscale particolarmente sentita in questo periodo di crisi economica, nella misura del 13,7% sulla parte variabile della tariffa corrispondente ad €.200.000,00;
6) Di eliminare per un triennio, la parte variabile della TARI ai conduttori di immobili
appartenenti alla categoria catastale D, destinati a nuovi insediamenti produttivi di tipo artigianale, commerciale, industriale o di servizi, direttamente e interamente utilizzati dal soggetto passivo – proprietario o titolare di diritto reale di godimento – Ai fini della presente agevolazione i fabbricati di cat. D destinati a nuovi insediamenti produttivi devono risultare inutilizzati da almeno un anno e l’attività di impresa deve essere certificata con apposita denuncia di inizio attività presso gli enti competenti (Comune e/o C.C.I.A.A.);”
Traducendo, mentre sull’impresa si pratica una riduzione, minimale, della Tari, per le famiglie si fa una riduzione millesimale su una parte della tariffa che poi sale comunque grazie al resto della ripartizione della tariffa stessa. Per capirsi, fatto tutto 100, si pratica uno sconto sul 15% della tariffa ma poi si alzano i costi sul resto del prezzo. Et voilà. Quindi, come sostiene Casale, più che una errata previsione, si tratta di una scelta politica ben precisa. D’altronde ci hanno ripetuto per trent’anni che i rifiuti sono una preziosa risorsa. Quelli di Avezzano sono… preziosissimi. Di platino.
P.L.P.