di Roberta Placida
L’AQUILA – Si è svolta Giovedì 31 maggio presso l’Auditorium del GSSI a L’Aquila la conferenza “Domenico Pacini e l’enigma dei raggi cosmici” per conoscere meglio la figura dello scienziato italiano del secolo scorso, per troppo tempo dimenticato, scopritore dei raggi cosmici insieme a Victor Hess. I “raggi cosmici” sono particelle e nuclei atomici di alta energia che, muovendosi quasi alla velocità della luce, colpiscono la Terra da ogni direzione. Domenico Pacini, che dal 1985 riposa nel cimitero di Forme di Massa d’Albe in provincia dell’Aquila, è lo scienziato che, grazie agli esperimenti effettuati in mare, condivide con l’austriaco Victor Hess la scoperta dei raggi cosmici.
Purtroppo, Pacini venne ignorato e a Hess fu dato il Nobel per la Fisica. In realtà si pervenne alla loro scoperta e alla spiegazione della loro origine grazie soprattutto (vi furono anche contributi minoritari) agli studi, contemporanei e complementari fra di loro, svolti da entrambi gli studiosi, Pacini per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1907 e il 1911 e descritti in una memoria pubblicata nel Nuovo Cimento nel 1912, l’austriaco per mezzo di esperimenti eseguiti fra il 1910 e il 1912 e pubblicati ugualmente nel 1912. Pacini poté escludere l’origine terrestre delle radiazioni registrando la diminuzione della loro intensità in profondità nelle acque marine di Livorno e in quelle del lago di Bracciano; Hess registrandone l’aumento dell’intensità in quota per mezzo di un pallone aerostatico.
Questa conquista è considerata uno dei grandi successi della scienza del secolo scorso, perché ha permesso di identificare nell’Universo meccanismi capaci di accelerare particelle a energie molto maggiori di quanto riusciamo a ottenere oggi nei laboratori terrestri. Gli esperimenti di Pacini furono, inoltre, i primi studi sulle particelle eseguiti in ambiente sotterraneo, antesignani di quelli svolti attualmente nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN. Identificare l’origine della radiazione cosmica è tuttora una delle sfide più emozionanti dell’astrofisica moderna.
La figura di Pacini, nel contesto della ricerca moderna sui raggi cosmici, è stata ricordata negli interventi di:
– Pasquale Blasi – GSSI Gran Sasso Science Institute e INFN;
– Alessandro De Angelis – Università di Udine e INFN di Padova;
– Alessandro Bettini – INFN e Università di Padova;
– Luisa Cifarelli – Presidente della SIF Società Italiana di Fisica, INFN e Università di Bologna
In occasione dell’incontro, è stato presentato il progetto promosso dal Centro Fermi “EEE Extreme Energy Events – la Scienza nelle Scuole” che vede coinvolte in primo piano le Istituzioni Scolastiche, sede di una rete di telescopi per raggi cosmici distribuiti su tutto il territorio nazionale e la Prof.ssa Cifarelli nel suo intervento ha sottolineato l’importante possibilità per le scuole di prendere parte a questo grande progetto che le mette in rete permettendogli di accedere alle informazioni dei rilevatori e, in alcuni casi, permette di avere un rilevatore nel proprio istituto.
L’iniziativa è stata promossa dal GSSI in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Università degli Studi dell’Aquila e la Società Italiana di Fisica, a conclusione del workshop internazionale “CRATER Cosmic Ray Transport and Energetic Radiations”, che porterà a L’Aquila oltre cinquanta esperti di raggi cosmici provenienti da tutto il mondo.
In questo contesto è per noi Avezzanesi motivo di orgoglio ricordare che la classe IV Q del Liceo Scientifico “M. Vitruvio P.” , indirizzo Scienze applicate, con un laboratorio su Pacini, presentato durante la passata edizione della Settimana della cultura scientifica e tecnologica, in cui i ragazzi, coordinati dai Proff. Argante Ciocci, Anna Maria Rubeo e Adelfo Sterpetti, hanno ripercorso i suoi studi e ne hanno riproposto gli esperimenti, ha vinto il concorso, promosso dalla Pro Loco di Forme, su “Domenico Pacini e i raggi cosmici”. Tra gli illustri ospiti: prof. Alessandro De Angelis, professore di fisica sperimentale, Gruppo di astrofisica delle particelle dell’Università di Udine e prof. Cesare Bacci del CERN di Ginevra.