di Americo Tangredi
MAGLIANO DE’ MARSI – Era da poco trascorso un anno dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un conflitto che aveva fatto emergere tutto il lato negativo del genero umano, quando un seme di speranza era stato gettato tra le rovine d’Italia. Tra il 2 ed il 3 giugno del 1946 si tenne il referendum che permetteva di scegliere tra la Monarchia e la Repubblica; fu una vera e propria innovazione per l’epoca, perché si chiedeva un parere alla popolazione zittita da venti anni di dittatura. Ma c’era qualcosa di più; venne concesso alle donne il diritto al voto. Dopo 85 anni di storia monarchica, l’ultimo erede di casa Savoia, Umberto II (chiamato il re di maggio) lasciò l’Italia per l’esilio. L’Italia divenne una Repubblica; venne scelto il 2 giugno come giorno dedicato alla festa della repubblica per ricordare l’esito del referendum. Dal 1948 la festa della repubblica venne arricchita da una parata militare con la sfilata dei reparti dell’esercito. In occasione del centesimo anniversario dell’unità d’Italia, nel 1961, le celebrazioni per la festa della repubblica si svolsero nella prima capitale d’Italia, Torino. Due anni più tardi, nel ’63, la parata e le celebrazioni per il due giugno non si svolsero per le gravi condizioni di salute di Giovanni XXIII; il papa buono, tanto amato dagli italiani, stava morendo. La festa della repubblica venne celebrata insieme alla giornata dell’unità nazionale e dell’esercito il 4 novembre. Ironia della storia, nel 2017 papa Giovanni XXIII che era stato da poco santificato divenne il santo protettore dell’esercito italiano. Complice una grave crisi economica che colpì l’Italia negli anni settanta e per limitare i costi statali, la festa della Repubblica venne spostata la prima domenica di giugno con la legge n. 54 del 5 marzo del 1977. Fu il presidente Carlo Azeglio Ciampi, nel 2001, a ripristinare il 2 giugno come festa della Repubblica. Sono passati 72 anni e l’Italia si mantiene sempre giovane e bella nonostante i suoi mille difetti ed i suoi mille pregi. Auguri Repubblica Italiana e mille di questi giorni.