di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – È un cammino nella storia più tremenda del secondo ‘900, un viaggio fra sentimenti contrastanti, un viaggio nel ricordo di una delle pagine più violente della storia ma dove, per paradosso, si poté assistere ad episodi di grande altruismo e generosità. Questo è il Cammino dell’Accoglienza che domattina, 1 giugno, prenderà le mosse nella nostra Marsica e attraverserà la Valle Roveto. Un viaggio, a piedi, che seguirà l’itinerario che riportiamo in foto, che toccherà Balsorano, le gole del Liri a Pescocanale, Capistrello e lo sbocco dell’Emissario di Claudio, fino al Crinale del Salviano, confine naturale tra Fucino e i Piani Palentini, altra zona storica con la Battaglia di Tagliacozzo fra Federico e Corradino.
Sono i punti dove le popolazioni resistettero ai Nazisti e dove fu ampia e senza domande l’accoglienza dei prigionieri Alleati che trovarono rifugio nelle case dei Marsicani. Capistrello, poi, è l’emblema di questo Cammino, con i suoi Martiri dell’eccidio che si consumò, con l’estrema solita violenza dei nazisti, ai danni non di partigiani, ribelli o combattenti, ma contro la popolazione, i contadini, i ragazzi.
A questo si aggiungono la conoscenza dei luoghi, del patrimonio naturale, delle tradizioni e ricchezze gastronomiche e dell’agricoltura di questa zona meravigliosa. La manifestazione è organizzata dall’Associazione Cammino dell’Accoglienza, con Terrextra e Abruzzo Open Day, ma anche con la partecipazione attiva dell’Anpi, dell’associazione Il Liri, del Cai di Avezzano e della Valle Roveto, nonché della Fondazione Carispaq e di altre istituzioni pubbliche e private. Insieme a queste c’è poi la collaborazione delle scuole superiori, che partecipano attivamente con i ragazzi a questa esperienza, e dei Comuni di Avezzano, Balsorano, Canistro, Capistrello, Civita D’Antino, Civitella Roveto, Luco dei Marsi, Morino e San Vincenzo Valle Roveto e quasi tutte le Pro Loco degli stessi centri.
Un evento importante, insomma, che cammina tra passato e futuro uniti da un trait d’union che è quello della comprensione reciproca, della solidarietà, dell’accoglienza, appunto. E riuscire a conservare vivi questi principi, in un momento tragico e pieno di rancori e voglia di vendette, come furono quei drammatici anni dal luglio 1943 all’aprile 1945, significa dimostrare al mondo che quelle popolazioni, le nostre popolazioni, hanno nel dna, nella propria cultura popolare profonda, nei propri valori quell’insegnamento. Ricordiamolo, ricordiamocelo, riportiamo a galla questi valori positivi e iniziamo a ricostruire una socialità degna di questo nome. Anche e soprattutto per questo dobbiamo dire grazie all’Associazione Cammino dell’Accoglienza, per questi tre giorni, dall’1 al 3 giugno, nei quali si attraversa anche il 2 giugno giorno della nascita della nostra Repubblica, e per questo viaggio che è anche un viaggio all’interno delle nostre responsabilità civiche.