AVEZZANO – Castello Orsini sede dell’università privata “Unipegaso”, interviene nella vicenda, che ha destato non poca curiosità e dibattito in tutta la Marsica, Mario Casale, ex assessore della giunta dell’ex Sindaco di Avezzano Mario Spallone, ma anche professore, ex sindacalista e uomo di cultura della nostra città.
Inutile dire l’amarezza che si potrà leggere nelle sue parole nel dover constatare come una decisione del genere viene presa cercando di farla passare come senza oneri, “a gratis” insomma, per capirsi più facilmente, per la collettività e soprattutto come un arricchimento quando un arricchimento, si evince chiaramente dal pensiero espresso da Casale, ora esponente di LeU, passa per l’aggiunta di una risorsa e non per la sostituzione di una cosa con un’altra. Nella migliore delle ipotesi, aggiungiamo noi, siamo al punto di partenza.
«L’art. 33 della Costituzione Italiana così recita: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento…Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato…Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.”
Dubito – afferma subito Casale – che la delibera di giunta comunale di Avezzano si muova nel solco tracciato dall’articolo costituzionale citato. Gli oneri per lo Stato, ovvero noi cittadini, ci sono perché a fronte di 2.000 euro pagati dall’università privata, per almeno 40 giorni tutto il primo piano del Castello Orsini sarà sottratto alla città, impedendone l’utilizzo per manifestazioni, incontri culturali, iniziative di volontariato, spettacoli. Un onere francamente non quantificabile ma notevolmente presente.
L’università privata prosegue – può liberamente trovare un altro spazio (privato) per effettuare programmi, lezioni, esami, senza gravare sulle elementari esigenze dei cittadini.
Sorprende, inoltre, la facilità con cui si agevola il percorso della università privata in città mentre vengono intensificati gli ostacoli per far funzionare al meglio l’università pubblica, o almeno quello che ne resta. Persino le aule sono un ostacolo alla affermazione di una presenza universitaria pubblica.
Ritengo, infine, un bene prezioso una presenza universitaria sia pubblica che privata, perché portatrice comunque di cultura e di conoscenza, anche telematica (ed è noto quanto ne abbiamo bisogno), ma – conclude Mario Casale – dentro i limiti stabiliti dalla Costituzione della Repubblica (la prima e unica repubblica finora…)
Ma forse questo è il problema. C’è una parte di cittadini che è rimasta nella Prima Repubblica, una parte è traghettata nella Seconda e la classe dirigente, nella maggior parte, che se ne sta costruendo una Terza a misura, personalizzata, insomma, dove tutto è molto elastico. Il primo articolo della costituzione di questa Terza repubblica reciterebbe che l’Italia è una nazione governata in modo molto “sciallo”, come direbbero i nostri ragazzi.