di Pierluigi Palladini e Germanico Patrelli
AVEZZANO – La potremmo chiamare ormai “La castigamatti di primavera”, è la, qualche volta le, bomba d’acqua che annualmente in questo periodo si abbatte sulla città. Lo sconvolgente, però, non è tanto il dover osservare la forza della natura che si scatena, perché questa è una nostra colpa e una nostra dimenticanza da esseri presuntuosi quali siamo, ma il vedere come sotto l’acqua non finiscano solo auto, pedoni, cantine e negozi, ma anche il sindaco e l’Amministrazione comunale di Avezzano di turno.
Il finimondo si è scatenato intorno alle 13, partendo dal versante delle frazioni di Paterno e San Pelino per poi sopostarsi man mano verso la zona centronord di Avezzano. Tuoni, fulmini e pioggia violentissima che per circa 45 minuti, un’ora, ha flagellato il capoluogo della Marsica.
Strade in piena, chiusini e tombini che sembravano tappi di champagne, negozi allagati, cantine sommerse e, naturalmente, poteva mancare il sottopassaggio di via Don Minzoni allagato fin sopra con l’ennesimo malcapitato automobilista che ha rischiato di restare intrappolato? Ovviamente no. Cambiano le amministrazioni comunali, cambiano i sindaci, ruotano i dirigenti ma la “prova del 9” del sottopasso di via Pagani/via Don Minzoni li… annega tutti. E anche l’attuale sindaco è andato a fare compagnia ai suoi predecessori, tutti a bagnomaria nella melma maleodorante delle fogne e degli scarichi di quella zona che riemrgono ad ogni temporale.
C’è altro da dire? (questa è la domanda che ogni giornalista si pone prima di chiudere un pezzo). No, sembra proprio di no.