di Americo Tangredi
AVEZZANO – La ricorrenza del primo maggio nasce con l’idea di costituire un movimento di lotta internazionale di tutti i lavoratori (senza confini sociali e politici) per affermare i propri diritti. Da quel momento iniziale di lotte si aprì la strada delle rivendicazioni sociali per un lavoro più dignitoso e la scelta cadde sul primo giorno di maggio. Ma sappiamo il perché della scelta del I° maggio come festa del lavoro e dei lavoratori?
Nel lontano settembre del 1866 a Ginevra si riunì l’Associazione internazionale dei lavoratori (durante la Prima Internazionale) decise di indicare il primo maggio come la giornata dei lavoratori. Per molti partecipanti il primo maggio era il giorno nella quale si erano svolte molte manifestazioni contro le avverse condizioni lavorative e per la rivendicazione delle otto ore di lavoro. Come quella avvenuta nel 1866 a Chicago quando 80 mila lavoratori incrociarono le braccia ed in modo pacifico manifestarono le loro giuste intenzioni. Nei giorni che seguirono quella manifestazione vi furono violenti scontri tra polizia e manifestanti; morirono alcuni lavoratori, “i martiri di Chicago”.
«Lavoratori – si legge in un volantino diffuso a Napoli il 20 aprile 1890 – ricordatevi il 1 maggio di far festa. In quel giorno gli operai di tutto il mondo, coscienti dei loro diritti, lasceranno il lavoro per provare ai padroni che, malgrado la distanza e la differenza di nazionalità, di razza e di linguaggio, i proletari sono tutti concordi nel voler migliorare la propria sorte e conquistare di fronte agli oziosi il posto che è dovuto a chi lavora». Anche in Italia il movimento dei lavoratori, sopratutto negli ultimi anni dell’800 ed i primi anni del ‘900, vide una nutrita partecipazione. Il primo maggio del 1890 vi fu una prima mobilitazione generale dei lavoratori che vide una nutrita partecipazione, oppure vengono ricordati alcuni episodi sempre collegati alla festività del primo maggio. Come l’episodio di Voghera, quando gli operai furono costretti ad andare a lavoro durante una festività, si recarono a lavoro vestiti con l’abito da festa. Durante il fascismo la festa venne spostata al 21 aprile (Natale di Roma) perché il primo maggio era troppo “sovversivo” per il regime.
Passata la crudeltà della guerra e successivamente alla strage di Portella della Ginestra, quando il bandito Giuliano fece fuoco su inermi contadini, si tornò a celebrare in modo unitario la festa del primo maggio. Buona festa del lavoro per chi lavora, per chi è alla ricerca, per chi lavora in modo sano e per chi soffre.