di Americo Tangredi
CHIETI – «La chiamata del Signore – va detto subito – non ha l’evidenza di una delle tante cose che possiamo sentire, vedere o toccare nella nostra esperienza quotidiana. Dio viene in modo silenzioso e discreto, senza imporsi alla nostra libertà» scrive papa Francesco nel suo messaggio per la 55° giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
Era il pomeriggio di domenica scorsa, quando insieme ad alcuni giovani della diocesi di Avezzano (principalmente di Magliano dè Marsi, di Luco e di Paterno) ci siamo addentrati, in punta di piedi, all’interno del Seminario regionale di Chieti. L’austerità della struttura metteva davvero un po’ di soggezione negli ospiti, ma i seminaristi ci hanno preso per mano e ci hanno trasportato all’interno del loro mondo. Hanno svelato il loro universo, che non è poi così distante dal nostro, fatto però di studio e di contemplazione. E sempre tenendo per mano gli ospiti gli hanno fatto percorrere un’interessante itinerario di preghiera culminato con una testimonianza di un seminarista.
La testimonianza è toccata ad un giovane seminarista di Luco dei Marsi, Umberto Di Pasquale. Ripercorrendo la sua vita fatta di una normalità eccezionale è stato capace di far percepire, quasi toccare la sua vocazione. «È vero che Dio – riferisce Umberto – mi ha chiesto di lasciare tutto, però sto capendo ora che mi sta restituendo tutte le cose in una luce diversa. La vocazione è avere un sogno nel cuore». Nel seminario di Chieti c’è anche un altro giovane della Marsica, Lorenzo Macerola di Aielli, da poco ordinato diacono che attende l’ordinazione sacerdotale. «La vocazione – riferisce Lorenzo Macerola – è la ricerca di un sogno non mio che voglio far diventare realtà».
Nella diocesi di Avezzano, oltre Umberto e Lorenzo c’è anche un altro diacono, Luigi Incerto, anche lui prossimo all’ordinazione sacerdotale. Questa domenica, 22 aprile, è la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ed è bello anche sostenere la scelta di questi ragazzi.