AVEZZANO – Madre e compagno condannati per un gravissimo episodio avvenuto, otto anni or sono, a Celano, ai danni di una ragazzina al tempo quindicenne. I fatti contestati ai due parlano di una tentata violenza sessuale commessa dall’uomo, Luigi Antidormi, celanese, pregiudicato del posto, e di una lesione aggravata che sarebbe stata commessa dalla donna, Barbara Ewa Gaeda, madre della ragazzina, consistita in un pugno contro la figlia che avrebbe causato la rottura di un dente e l’indebolimento della mascella.
Dopo una lunghissima camera di consiglio, quindi, si è concluso nella tardissima serata di giovedì l’estenuante vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti i due, per i fatti sopra brevemente riportati, che sarebbero stati commessi durante la convivenza dei due imputati ai danni della minore. L’uomo, peraltro, era accusato anche di avere avuto in mano un coltello per costringere la ragazza ad avere n rapporto con lui e il tutto nella totale immobilità della madre. Solo la reazione della quindicenne, a quel punto, riusci ad impedire la violenza e a portare tutto a conoscenze della forze dell’ordine e della Procura di Avezzano mentre la giovane riuscì a raggiungere una sua amica per poi rifugiarsi presso una casa famiglia.
Il Pm Maurizio Cerrato, nella sua equilibrata requisitoria, ha richiesto per entrambi gli imputati la pena di tre anni di reclusione. Il Tribunale, Presidente Anna Carla Mastelli con a latere i giudici Sorrentino e Lauro, ha condannato Luigi Antidormi a 9 mesi di reclusione per il reato di minaccia aggravata, derubricando l’originale contestazione del tentativo di violenza sessuale e Barbara Ewa Gaweda alla pena di 3 anni di reclusione per lesioni personali gravi, prevedendo per la stessa l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni ed assolvendola per il concorso nel tentativo di violenza sessuale.
La giovane ragazza, oggi poco più che ventenne, diventata anche lei madre, è riuscita finalmente a vedersi riconosciuti i suoi diritti naturali ed attraverso il suo legale avv. Roberto Verdecchia si è costituita parte civile ed ha finalmente ottenuto un equo risarcimento, che certamente non servirà a ridarle indietro la sua adolescenza spezzata, ma che da una parte le consentirà di credere ancora nella giustizia. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Domenico Eligi e Luca Motta.