AVEZZANO – Proseguiamo con la storia di Ida Mattino, nostra lettrice teramo-campana affetta da distonia cervicale, con l’affrontare, questa volta il tema conoscitivo, ovvero la terapia. Ida le ha provate tutte, tutte fino a quando, grazie al’intervento della dottoressa Vania Fontani, Neuropsicofisiopatologa,
non ha sperimentato una nuova terapia, un nuovo approccio denominato Reac. Scopriamo insieme di cosa si stratta.
«Spesso ci viene chiesto quando è nata la tecnologia REAC. È il frutto di un lungo percorso di ricerca partito da una complessa osservazione dell’uomo e dei cambiamenti, degli adattamenti che questo subisce nel corso della sua esistenza. Sì, perché la vita ci cambia e quasi mai ci cambia in senso migliorativo e questi cambiamenti comportano anche lo sviluppo di disturbi e malattie anche gravi. Oggi si tendono a chiamare patologie epigenetiche. Queste considerazioni ci hanno portato a cercare di trovare trattamenti in grado di aiutare il nostro organismo a sviluppare processi di autocorrezione in grado di contrastare meccanismi alla base delle malattie.
Ci viene inoltre chiesto se i trattamenti con la tecnologia REAC sono ancora sperimentali. Non è una terapia sperimentale, in quanto viene utilizzata nella pratica clinica da circa 30 anni, in vari ambiti della medicina. È una terapia innovativa. È innovativa per diversi aspetti. Non è una terapia utile per specifiche patologie ma un principio che può trovare utilità in vari ambiti della medicina. Avere valenza in vari ambiti patologici non è una cosa così strana in medicina. Ad esempio l’Aspirina è un farmaco che serve per la febbre, ma è anche un antidolorifico, un antiinfiammatorio, un antiaggregante piastrinico ecc. Innovativo è il mezzo che utilizziamo: una apparecchiatura medicale che sfrutta un particolare principio fisico per curare (è un brevetto di invenzione). Il nostro organismo non è solo governato da principi chimici ma anche dalla fisica. La fisica ha un grande impatto sulla medicina e la cura delle persone. È sfruttando un particolarissimo e innovativo principio fisico che la tecnologia REAC cura le persone.
Ma in cosa consiste la cura? In “medichese” possiamo dire che sono tecniche di neuro-stimolazione e bio-stimolazione. Ma che rapporto c’è tra sistema nervoso e malattie. È bene ricordare che il Sistema Nervoso Centrale controlla in maniera estremamente precisa ogni funzione del nostro organismo. La Neurofisiologia ci dice che, affinché il corpo sia mantenuto sano, ogni suo organo e apparato deve essere finemente regolato da sofisticati meccanismi neurologici di autoriparazione. Nessun organo o apparato sfugge a tale controllo, che solo se è ben efficiente può garantire il nostro benessere. Purtroppo, senza che ce ne accorgiamo, i meccanismi di controllo nervoso che regolano i nostri movimenti, i nostri ormoni, il nostro sistema immunitario, le funzioni automatiche (respirazione, la digestione, la pressione sanguigna ecc.), ed ogni altra funzione continuamente variano, perdono di efficacia e evolvono in disturbi e malattie. La malattia può essere quindi vista come il risultato di una disorganizzazione del controllo nervoso.
Quasi tutte le terapie normalmente utilizzate (farmaci, terapie fisiche, chirurgia, ecc.) agiscono con l’intento di sopprimere i sintomi della malattia, lavorano cioè sugli effetti finali della catena che, come abbiamo visto, parte dal Sistema Nervoso. I risultati, seppur positivi sul momento, sono spesso deludenti nel corso del tempo, perché i problemi restano gli stessi vista il permanere delle cause.
Una soluzione efficace sarebbe quella di indurre il Sistema Nervoso a riconoscere gli squilibri che si sono creati nel tempo, a rielaborarli, e quindi correggerli. Da questo obiettivo nasce la tecnologia REAC, una terapia che utilizza mezzi fisici al fine di indurre alla autocorrezione e alla ripresa del controllo neurologico, sia a livello psichico che fisico. Ciò non significa che la tecnologia REAC possa curare qualsiasi patologia: infatti non cura le patologie di per sé, ma promuove il recupero della capacità di autoregolazione dell’organismo. Questo recupero può dar luogo alla guarigione nelle patologie in cui questo può essere possibile, oppure, nei casi in cui questa non è possibile, ad un maggiore controllo della malattia e delle sue manifestazioni. Molte patologie, per quanto gravi e avanzate, sono suscettibili di un margine di recupero funzionale.
L’obbiettivo dei trattamenti possibili con la tecnologia REAC è agire sulla capacità di risposta dell’organismo, portandola gradualmente alla sua massima efficienza ed innescando quindi una graduale ottimizzazione delle funzioni dell’intero organismo, a livello biologico, neurologico, psichico e fisico. Da anni ci siamo resi conto che pazienti con disturbi del movimento legati a patologie neurologiche possono trarre beneficio dal trattamento con tecnologia REAC questo vale anche in pazienti affetti da distonie specialmente nelle forme focali come il caso di Ida Mattino. È stato già detto che la distonia è un disturbo neurologico, in cui alcune aree del sistema nervoso divengono responsabili dell’attivazione concomitante di muscoli agonisti ed antagonisti: in pratica il collo si irrigidisce su alcune posizioni che divengono incontrollabili da parte della persona.
Il razionale per cui questo tipo di trattamenti con tecnologia REAC possono essere utili in alcuni disturbi neurologici sta nella possibilità, dimostrata, di indurre meccanismi di regolazione (neuro modulazione) su quelle aree alterate del Sistema Nervoso coinvolte nel controllo del movimento. Il paziente non risulta guarito ma si riesce a far sì che quei movimenti involontari responsabili degli spasmi progressivamente si riducono e non compromettono più pesantemente la qualità di vita dei pazienti. I punti di forza della tecnologia REAC sono rappresentati dalla assoluta sicurezza dei trattamenti e soprattutto dalla capacità di innescare nell’organismo un meccanismo di “self rimodulazione” delle funzioni neurologiche alterate dalla patologia. Questo effetto necessita nella fase iniziale di una certa frequenza nella ripetizione dei cicli di terapia, ma nel tempo tende ad essere via via più stabile, con periodi sempre più lunghi di benessere, non legati alla somministrazione dei protocolli. Questa tendenza alla stabilità si spiega in quanto l’effetto terapeutico non è dovuto alla diretta stimolazione da parte dell’apparecchiatura REAC, ma all’innesco di una risposta propria dell’organismo, che una volta realizzata ha una sua stabilità nel tempo e tende ad auto mantenersi».
Ma ascoltiamo direttamente da Ida la sua esperienza con la malattia e questa terapia.