di Roberta Placida
L’AQUILA – Giornata importante il 4 aprile scorso per la FLC CGIL: presso la camera del Lavoro di L’Aquila si è svolto un interessante incontro con Francesco Sinopoli, Segretario Nazionale, sulle tematiche inerenti al nuovo contratto nazionale scuola. All’incontro del direttivo, allargato alle RSU, convocato dal Presidente Giancarlo Di Bastiano, hanno partecipato Cinzia Angrilli Segreteria regionale, Pino La Capra Coordinatore interregionale Abruzzo e Molise, Pino Belmonte Segretario provinciale, Umberto Trasatti Segretario generale confederale della provincia dell’Aquila, Lucia Di Luca Segretaria provincia di Teramo, Miriam Del Biondo della segreteria provinciale.
Centro del dibattito, la recente firma del contratto scuola, da troppo tempo fermo in pastoie che hanno sempre più mortificato la professione docente rendendola una semplice pedina della logica aziendalistica in cui la scuola è stata sempre più coinvolta e a cui spesso, ci rincresce dirlo, si è adeguata con troppa facilità.
Tutti i relatori hanno espresso un ampio consenso sulla firma del contratto, considerato unico strumento per uscire dal lungo periodo di aziendalizzazione della conoscenza dettato dai blocchi normativi e dalla indisponibilità politica a riconoscere nella contrattazione la realizzazione di reali percorsi democratici e partecipativi. Il Segretario nazionale Francesco Sinopoli ha ribadito che la FLC è il sindacato dei risultati, il sindacato che ottiene risultati, sia quando agisce la via legale, sia quando agisce quella dell’interlocuzione politica, sia quando agisce la via contrattuale.
«I lavoratori e le lavoratrici, infatti, – ha affermato Sinopoli- hanno percepito l’importanza politica e sindacale di questo rinnovo contrattuale: la riconquista e l’allargamento delle materie di contrattazione, l’introduzione dell’istituto del confronto e quello del diritto alla disconnessione, l’annullamento della discrezionalità del dirigente nella quantificazione dei compensi per la valorizzazione docente, la definizione della scuola come comunità educante ed il ruolo centrale della collegialità».
In particolare è stata apprezzata l’operazione di smantellamento dei cardini della Legge 107/2015, una legge che, al di là di ogni proclama, ha precarizzato la condizione dei docenti, esponendoli, tra l’altro, all’ arbitrio dei “presidi sceriffi”, ha creato, attraverso l’istituzione del “bonus di merito” sacche di conflittualità tra il corpo docente e il perniciosissimo pregiudizio che esistano docenti di serie “A” e docenti di serie “B”, ha trasformato la scuola in un “progettificio” a scapito dei contenuti. La CGIL è intervenuta su alcuni punti cardine e nel nuovo contratto la mobilità avviene su titolarità di scuola; la chiamata diretta è restituita alla responsabilità dei collegi docenti; le risorse dell’alternanza scuola-lavoro sono attribuite dalla contrattazione, così come tutti i salari accessori.
Il dibattito, a seguito dei primi interventi, ha messo in luce comunque anche le criticità dell’accordo, sulle quali i Dirigenti della FLC si sono impegnati fin da subito a riaprire la contrattazione: in particolare l’aspetto economico che, visti i vincoli di legge di bilancio, è solo un primo ristoro alla perdita salariale di questi anni; urgente anche il problema delle sequenze sulla riformulazione dei profili del personale ATA. In particolare c’è l’impegno ad individuare percorsi di valorizzazione della figura dei docenti, sia da un punto di vista salariale (per allinearli ai colleghi europei) sia da un punto di vista professionale.
Queste saranno le materie di discussione in preparazione del rinnovo del prossimo contratto che avverrà a Dicembre prossimo.