di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Dipendenti del Comune di Avezzano sul piede di guerra. Non accadeva da anni, probabilmente molto prima dei tempi di Buttari e Simonelli. Forse un’assemblea sindacale plenaria dei dipendenti del Comune di Avezzano non si è davvero mai svolta. Ma siamo nel campo della mitologia. Invece nella mattinata di venerdì 6 aprile, dalle 10 alle 12, presso la sala conferenze del castello Orsini, è stata convocata direttamente dalla Rsu dei dipendenti dell’Amministrazione comunale avezzanese, la riunione dell’assemblea del personale tutto. Riunione, lo diciamo a beneficio di qualche distratto… buontempone, non è ammessa la partecipazione dei vertici politici se non espressamente richiesta. Il che, ad ora, non è.
Sette i punti all’ordine del giorno, varie ed eventuali comprese, ma, diciamocelo, chiaramente, ciò che focalizza l’attenzione riguarda principalmente due punti che, poi, sono quelli che hanno scatenato proteste e mugugni e che hanno indotto, nei giorni scorsi, la Rsu ad avviare una inedita ed insolita azione sindacale. Ovvero, i dipendenti vogliono discutere, ed evidentemente reagire, a due situazioni di fatto, concrete, che vanno ad incidere profondamente nella vita lavorativa e non di ogni singolo e nell’ambiente complessivo di lavoro, come i trasferimenti del personale stesso e la famigerata direttiva 2/2018 del Segretario Generale, meglio nota come Direttiva Anticritiche o “Direttiva Fantozzi”.
Ma andiamo per ordine. Prima notazione. Il fatto che è stato scelto il Castello Orsini, vuol dire che è attesa una larghissima partecipazione. Sempre che non intervengano fattori di altro genere. La questione trasferimenti ha caratterizzato da subito l’Amministrazione De Angelis. La prima rivoluzione è stata accolta, seppure con qualche rimostranza, in quanto ogni Sindaco riorganizza l’ente a seconda di come lo vede e come intende lavorare. La seconda è stata vista già con occhio più critico, fra l’altro riguardando una parte minore di dipendenti, e qualcuno ha iniziato a parlare di decisioni mirate, “personalizzate”. La terza è stata definita apertamente come una sorta di “punizione” e su questo basterebbe andare a risentire l’intervento in Consiglio comunale, il 10 marzo scorso, del consigliere di opposizione Mario Babbo.
Ora i dipendenti vogliono discutere di tutto ciò approfondire e vedere se le cose sono state fatte in modo accettabile o se è necessario intervenire.
“Direttiva Fantozzi”. Come si ricorderà, alcune settimane fa, a seguito di qualche commento sui social poco gradito a maggioranza, Giunta e Sindaco stesso, la segretaria comunale ha emanato una direttiva, la temutissima 2/2018, nella quale, in sostanza, si annunciano sanzioni e procedimenti disciplinari ai dipendenti che non si esprimessero in modo consono nei confronti dell’Ente, dell’Istituzione, del Sindaco, della Giunta e del Consiglio. Insomma, un preventivo processo all’intenzione, che tanto sarebbe piaciuto ad un Podestà di Mussoliniana memoria, o ad un Commissario del Popolo d’epoca Staliniana nell’indimenticata Urss.
I dipendenti vogliono parlare, esprimersi, discutere e prendere posizione su questi eventi. La missiva della Cgil e della Rsu nella quale si chiedeva il ritiro, mai avvenuto, della direttiva, non è bastata. Il malcontento è altissimo, ora nessuno vuole stare più in silenzio e dire, ad ogni pié sospinto, «Come è buono lei!»