di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Nonostante la calma apparente che De Angelis vuole mostrare con l’attribuzione delle deleghe, apparendo più Sarto di Panama che mai, al Palazzo Municipale, in sole 24 ore, ne sono accadute davvero di cotte e di crude. Dimissioni, polemiche, aria di esposti e persino malumori con tanto di rumors che dicono che sia prossimo un intervento da un lato dei sindacati e dall’altro della Procura della Repubblica. Ma andiamo per ordine.
La prima notizia bomba è quella che riguarda la decisione di dimettersi dallo staff del Sindaco, in aperta rottura col primo cittadino, Alessandro Barbonetti, uno di quelli che il progetto De Angelis l’aveva iniziato e che aveva portato ben tre liste in porto per sostenere questo candidato sindaco. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e sentito: «Due cose mi preme chiarire. C’è una differenza abissale fra la mia decisione di dimettermi dallo staff e le polemiche sorte con la lista Avezzano Rinasce della quale sono stato uno dei principali fondatori e fautori. Io ho deciso di dimettermi – ci dice Barbonetti – per non tradire coloro i quali hanno a me dato fiducia ed hanno accettato di candidarsi. Con costoro poi abbiamo portato avanti una filosofia ed un programma. Ora non esiste più nulla di tutto ciò. Il Sindaco ha deciso una linea di parte, partitica e non civica e quindi io non c’entro più nulla. Diversa è la situazione di Avezzano Rinasce. Quando il Sindaco ha chiesto i nomi per la nuova giunta, capogruppo e vice capogruppo hanno sottoposto i nomi in ordine di preferenze ottenute. Il sindaco non ha accettato nomi e metodo ed ha scelto una persona evidentemente di sua fiducia. Un atteggiamento – conclude Barbonetti – che ha irritato tutta la lista, anche coloro che non potrebbero entrare in Consiglio».
Altro rumors abbastanza importante. Tutti aspettavano la posizione di Antonio Di Fabio, consigliere entrante dato per certo assessore, che, invece, è sparito improvvisamente dalla scena. Sembrerebbe aver deciso per le dimissioni e per non accettare nemmeno l’assessorato. Ufficialmente motivi personali, di lavoro e quant’altro, ma, agli esperti delle cose del Palazzo di Piazza della Repubblica, appare una sorta di velo di cipolla.
La questione della comunicazione della Prefettura sui consiglieri da convocare, e mai tirata fuori e non fatta conoscere ai consiglieri, avrebbe indispettito più di qualcuno fra l’opposizione soprattutto. In molti sarebbero intenzionati a muovere passi ufficiali, sia con la Prefettura che con altre autorità. Qualcuno, poi, si spinge molto oltre e già parla di Procura della Repubblica ipotizzando reati come l’omissione di atti di ufficio e il falso per soppressione aggravati dal fatto che si tratterebbe di un atto pubblico e di una istituzione statale.
Infine la questione dipendenti impossibilitati a criticare l’Amministrazione su Facebook. Di ufficiale ancora nulla, ma sembra che in Comune, un po’ in tutti gli uffici, si sia delicatamente ed educatamente mugugnato. Tanto che non si esclude l’intervento dei sindacati per chiarire la vicenda e i suoi lati più discutibili. Insomma, per essere i primi due giorni della settimana santa non c’è che dire.