di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Sanità Marsicana e delle aree interne, il sindacato, la Cgil-Funzione Pubblica, per essere precisi, fornisce dati preoccupanti riguardo certe tipologie di servizi e sugli organici. Il tutto è stato fatto all’indomani dell’audizione che i sindacati hanno avuto con i sindaci di Avezzano, De Angelis, Sulmona, Casini e L’Aquila, Biondi, sulla situazione della sanità nella Asl una e trina. Un discorso che è anche caduto sul nuovo ospedale di Avezzano che ha molto entusiasmato il solo Sindaco di Avezzano che ha sfruttato a notizia per far passare come frutto del suo impegno un risultato che, al contrario, è in sostanza conseguenza di un lavoro di anni in Regione e con le passate amministrazioni.
Ma la Cgil non partecipa a questo torneo della primigenia sul presunto eventuale nuovo ospedale di Avezzano, ma sul cosa c’è dentro l’ospedale di Avezzano di oggi, e negli altri nosocomi marsicani, e come funzionano servizi e assistenza nei settori più delicati e sui quali occorrerebbe sempre la massima attenzione: disabili e anziani.
«In riferimento ai posti letto accreditati per l’assistenza residenziale e semiresidenziale per gli anziani e disabili, in particolare, nella provincia dell’Aquila – scrivono i rappresentanti dell Cgil Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone, Angela Ciccone e per la Fp Medici Annarita Gabriele – ne risultano accreditati circa il 12% del totale regionale. Infatti sono stati attivati 60 posti letto su un totale regionale di 525. Tutto ciò nonostante un fabbisogno nella nostra Asl 1 carente complessivamente di circa 1000 posti letto, riferito al setting anziani non autosufficenti, al setting disabilità e riabilitazione e al setting dipendenze patologiche. Tali condizioni risultano a totale svantaggio delle aree interne dell’Abruzzo, con pesanti ricadute sui livelli di assistenza e sui servizi prestati ai cittadini – proseguono i sindacalisti -, riferiti soprattutto a una platea di cittadini disabili e anziani che il più delle volte sono costretti a ricorrere a prestazioni fuori dal nostro territorio con un aumento della spesa per la mobilità passiva. Un’ inversione di tendenza, con un concreto impegno sull’accreditamento di nuovi posti letto pubblici o in quota parte privati accreditati in Riabilitazione rappresenterebbe per la nostra provincia un incremento di servizi prestati, con conseguente aumento dell’occupazione su un settore che esprime il livello di civiltà di un paese, attraverso la capacità di rispondere ai bisogni delle fasce sociali più deboli. A quanto pare, però, per la nostra Regione contano più le dinamiche di bilancio che non una politica di maggiore occupazione e servizi per la collettività – affermano – . Si aggiunga a tutto ciò una grave carenza di personale della stessa Asl, che si ripercuote sulla qualità del lavoro e sulla qualità dei servizi. Infatti, come da delibera n. 456 del 7 marzo 2018, a firma del direttore generale, nella parte relativa al Piano delle Dinamiche del Personale si evince chiaramente un’ulteriore perdita di personale certificata per l’anno 2017 di oltre 95 unità lavorative, risultando in forza 3354 unità di personale al 31 dicembre 2017, contro le 3449 al 31 dicembre 2016 dichiarate dalla Asl nel Conto Annuale 2016. Mancano pertanto, ad oggi, 695 unità lavorative, contrattualizzate con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato a fronte di una dotazione organica di 4053 unità lavorative, carenza parzialmente attenuata con gli oltre 400 lavoratori assunti con tipologie di lavoro precario. In conclusione possiamo affermare, senza alcun dubbio – denuncia la segreria Cgil-Fp provicniale – , che diminuisce il lavoro stabile e aumenta il lavoro precario. Da qui la necessità di attivare immediatamente le procedure di stabilizzazione finalizzate a rendere stabile e di qualità il lavoro prestato e la vita dei tanti che da troppi anni vivono di incertezze e precarietà. Conseguenza di tale situazione è certamente la continua violazione delle norme sui riposi obbligatori per il personale, l’aumento delle liste di attesa per i cittadini e l’aumento della mobilità passiva verso altre regioni, con conseguente aumento di spesa a carico dei malati e dei contribuenti.
La Fp Cgil della provincia dell’Aquila ha ribadito l’urgente necessità di un’azione unitaria finalizzata sia all’aumento del fabbisogno di personale della Asl, sia a un’attivazione dei posti letto carenti nel rispetto delle necessità assistenziali di tutto il territorio provinciale, che proprio per la sua conformazione orografica e per la sua estensione ha bisogno di ulteriori investimenti a tutela della salute delle persone e alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Tutto ciò – concludono i sindacalisti Cgil – è possibile attivando una seria vertenza sulle aree interne».
Insomma, due sono i dati di questa vera e propria denuncia della Cgil-Fp provinciale. La prima è che mentre la parte politica parla d nuovi ospedali, partita tutta da concludere e portare a concretezza, e la strada è ancora lunga, ci sono tre emergenze nella sanità provinciale e marsicana soprattutto che sono la carenza di posti letto, strutture e servizi per la cura e l’assistenza degli anziani e dei disabili, una forte precarizzazione del lavoro e una cronica carenza di personale che va a tutto svantaggio dei cittadini. Ce ne quanto basta per chiedere a amministratori regionali, provinciali e dei comuni di iniziare a parlare di cose concrete e non di sogni. Peraltro altrui.