di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – E sono 14. Giovanbattista Pitoni, ex amministratore del Comune di Avezzano per il Partito Socialista Italiano, esponente di rilievo a livello regionale di quel partito, commediografo, storico, conoscitore delle tradizioni e degli usi avezzanesi, ha completato e si accinge a portare in scena la sua quattordicesima commedia dialettale. Il titolo è già tutto un programma. “Je Fàttappòsta”, che promette equivoci e ogni tipo di situazione divertente caratterizzata da fraintendimenti e qualche trovata geniale.
La commedia andrà in scena sabato prossimo, 24 marzo, al Teatro dei Marsi, alle ore 20,45, e sarà interpretata da Gaetano Paciotti, Mafalda Di Berardino, Abramo Frigioni, Vittorio Campana, Bruno Pulsoni, Gabriele Frigioni, Marco Ruscitti, Rina Eramo, Egiziana Mancini, Maria Benedettini, Paola Peluso, Maria Pia Anselmi, Favia Marrone, Antonio Berardicurti, regia firmata da Guido Marcellini, presenta Orietta Spera, partecipa il fisarmonicista Danilo Murzilli.
Marsicaweb, però, non poteva perdere l’occasione di ospitare, subito, una intervista ad una delle figure storiche di Avezzano e della Marsica che in modo così profondo sta promuovendo e arricchendo la cultura e la tradizione popolare avezzanese e marsicana. E allora ecco “Je Fàttappòsta” e altre storie brevemente raccontate da Giovanbattista Pitoni.
Di cosa si parla nel tuo nuovo lavoro teatrale?
Inizialmente avevo pensato di proporre al pubblico La Mandragola di Machiavelli ma, successivamente, ho cambiato idea: a parte l’idea originaria, ho scritto una commedia in cui personaggi, dialetto, ambientazione e l’evolversi degli “eventi” si discostano notevolmente da quanto tramandatoci dal fiorentino Niccolò. Un anziano, sposato da tanti anni con una piacente e giovane donna, non riesce ad avere figli: con l’ausilio di un frate intrigante, di un “sensale maneggione” e, soprattutto, di un giovane aitante, tutto si risolve per il meglio.
Quante commedie hai scritto fino ad ora?
Ne ho scritte e proposte ai numerosi spettatori 14: la prima, nel 1996, Je fùrne de Zefferìne, poi, nel corso degli anni, le altre 13.
Tutte di contenuto storico?
Molte ma non tutte riguardano in modo specifico la storia della nostra città e della Marsica. Quelle che più delle altre riguardano fatti e personaggi di Avezzano sono: Sànte Mìddje…je tarramùte, Alla grótta de Cìcce Felìce, ‘Ne puchìtte a Francischièlle e ‘Ne puchìtte a Francischièlle e ‘n’àtra póche a Caribàrde, Lìbbere amóre: che rattattùjie!
La prossima?
Un po’ di calma non guasta, potrei battere il passo e concedermi una pausa: la vena creativa potrebbe esaurirsi.
A Pitoni il nostro augurio di proseguire con il suo lavoro di promotore e cultore delle tradizioni e della cultura popolare cittadina e marsicana, a coloro che assisteranno alla messa in scena il nostro sincero buon divertimento.