di Ferdinando Mercuri
AVEZZANO – Arrivano i pollai a prova di orso. E, in particolare, per proteggere i pennuti dalle continue incursioni dell’orso Mario, soprattutto negli allevamenti di Lecce Ne Marsi, Villavallelonga e Collelongo.
Il responsabile del servizio tecnico dell’Ente, Andrea Gennai, si è intrattenuto giovedì scorso con una folta rappresentanza di allevatori del comune di Lecce ne Marsi, spiegando loro la bontà dell’iniziativa. E, va detto, che l’idea è stata accolta dai locali con un certo interesse. Un pollaio antiorso è stato quindi posizionato, con l’ausilio del personale del Parco. 55 pollai sono pronti e verranno consegnati a breve, mentre si provvederà alla produzione di altri.
Intanto si cercherà di dare precedenza a quei pollai “esposti” alle incursioni dell’orso Mario, e in seguito, se i risultati saranno positivi, si provvederà ad allargare il provvedimento su quelle zone interessate dalle frequentazioni dei plantigradi.
Dell’iniziativa si occuperà anche la trasmissione GEO di RaiTre, nella puntata di martedì 20 marzo.
«Proteggere le galline sarà un modo per proteggere anche l’orso, eliminando una fonte di cibo impropria e scoraggiandolo quindi ad entrare nei paesi dove oggi trova alcune tipologie di cibo “facile”, come il pollame», è detto dal Pnalm.
«Ideati dal Parco nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza dei paesi della Marsica – ha spiegato il dottor Gennai – i pollai “antiorso” hanno lo scopo principale di prevenire le predazioni all’interno dei centri abitati da parte degli orsi confidenti, superando anche le difficoltà legate alla manutenzione delle recinzioni elettrificate».
«Si tratta di un ulteriore tassello di una più ampia strategia del Parco – rimarca l’Ente- che sempre di più si avvarrà anche dell’innovazione e del cambiamento di alcune abitudini per raggiungere la migliore convivenza col bellissimo plantigrado, con vantaggio da parte di tutti: il pollaio brevettato dal Parco oltre a difendere indirettamente l’orso, permette infatti agli allevatori amatoriali di galline una migliore gestione dei loro animali ed anche la rimozione delle strutture precarie e fatiscenti spesso utilizzate per il ricovero degli animali da cortile».