TRASACCO – Minoranza consiliare di Trasacco in rivolta per come sarebbe stata composta la Commissione Pari Opportunità comunale. Regolamento interpretato un po’ liberamente, secondo i consiglieri di opposizione, da parte della maggioranza, per far si d evitare di dover computare nel novero delle candidature tutte quelle pervenute. Ecco il documento diffuso dai consiglieri di opposiizone a Terasacco: «In merito alla nomina della Commissione pari Opportunità del comune di Trasacco avvenuta durante il consiglio comunale del 10/03/2018 si precisa quanto segue: La commissione è organo consultivo dell’amministrazione si occupa, come evidente dal nome, di argomenti relativi alla parità di genere in ogni suo aspetto ed è composto di sole donne, a inizio consiglio viene comunicato che il numero delle candidature pervenute è pari a undici tra le quali se ne dovranno scegliere 10.
Dai banchi della minoranza viene avanzata la proposta di non escludere chi ha, comunque, manifestato la volontà di volersi impegnare e accogliere tutte e undici le candidate a far parte della commissione, se pari opportunità devono essere quale migliore occasione.
La proposta viene rigettata dalla maggioranza in quanto la nomina è dettata da un “inflessibile Regolamento Interno”, le regole vanno rispettate devono essere in 10 e quindi si voterà per escludere una delle candidate.
Peccato che tale regolamento, tanto inflessibile, sia stato già palesemente disatteso dalla stessa amministrazione, se è vero infatti che riporta il numero di componenti è vero anche che fissa in 90 giorni il limite temporale per la nomina della commissione stessa dal momento dell’insediamento, ne sono trascorsi almeno il triplo.
A quanto è dato di sapere inoltre in almeno una occasione nella Commissione stessa furono nominate ben 12 componenti.
La nomina della commissione è stata oltretutto inserita tra i punti all’o.d.g. di un consiglio straordinario,notificatoci pertanto in tempi brevissimi; pur volendo non c’erano i tempi tecnici per una eventuale consultazione dei curricula delle candidate; per come sono andate le cose forse è meglio non aver dovuto “pesare” delle persone al fine di decretare che una su undici era l’ultima.
A questo punto la minoranza ha rifiutato di partecipare alla votazione per escludere una delle candidate, lasciando alla maggioranza tale “inflessibile” compito».