di Americo Tangredi
AVEZZANO – Ogni anno, l’8 marzo ricorre la “Giornata Internazionale della Donna” comunemente definita “Festa della Donna”. Nata con lo scopo di ricordare tutte le conquiste sociali delle donne e nello stesso tempo denunciare tutti i soprusi, le violenze e le discriminazioni che le donne continuamente subiscono. Ma come è nata questa ricorrenza?
La leggenda vuole che nei primi giorni del marzo del 1908 la fabbrica tessile Cotton venne volontariamente data alle fiamme dal proprietario perché le operaie stavano scioperando contro le disumane condizioni lavorative. Nelle fiamme perirono 126 donne. Ma come in tutte le leggende c’è sempre un fondo di verità.
Qualche anno dopo, il 25 marzo del 1911, nella fabbrica Triangle Shirtwaist Company di New York- che contava 600 operai (500 dei quali erano donne)- venne colpita da un terribile incendio. Morirono 146 operi in gran parte giovani donne di origini italiane ed ebree, perlopiù in età compresa tra 13 e i 22 anni che lavoravano in condizioni pressoché disumane ed umilianti.
Nonostante queste tragedie le donne riuscirono ad avere un posto rilevante all’interno dei nuovi mutamenti sociali tra fine ‘800 ed inizio ‘900, sia in Europa che nel resto del mondo. Pensiamo al coraggio dell’americana Corinne Brown che fu la prima ad ideare il primo «Woman’s Day»: un giorno dedicato tutto alla donna, al suo rispetto ed ai suoi diritti.
Ma l’8 marzo è legato indissolubilmente alle donne di San Pietroburgo; in quel 1917 così sanguinoso, scesero in piazza per gridare il loro No alla Grande Guerra. Passate le atrocità della seconda guerra mondiale, venne ripristinata tale ricorrenza. In Italia si aggiunse un particolare: la mimosa. Un fiore dall’apparenza fragile ma capace di fiorire in condizioni avverse e che preannuncia l’arrivo della primavera e della vita che rinasce. Un fiore coraggioso, proprio come le Donne.