di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Anatra Zoppa, il giorno dopo è il momento della riflessione. Al di là di ciò che ha dichiarato il leader della maggioranza/opposizione Gianni Di Pangrazio e di quello che comunicherà fra breve il Sindaco in minoranza di Avezzano Gabriele De Angelis.
Si perché c’è un dato in questa vicenda che comunque riguarda tutti noi. In questi otto mesi abbondanti, infatti, abbiamo assistito ad un gigantesco gioco dell’oca, tanto per restare in tema di pennuti, nel quale chi governava la città ha ritenuto di avere una solida maggioranza, e chi era all’opposizione era convinto che quella maggioranza non esistesse. Risultato è stato che la maggioranza ha avuto un atteggiamento particolarmente decisionista ma aggressivo mentre la minoranza, che non si è mai sentita tale, ha in ogni modo ricordato ed evidenziato questa situazione.
Ora il fantasma dell’anatra si è materializzato e si torna al via. Tutti. È del tutto evidente che seppure insieme alle anatre, come si scriveva qualche giorno fa, si materializzassero alcuni conigli, particolarmente abili nel saltare le palizzate contrapposte, questa amministrazione è segnata e non potrà durare a lungo. E pensare che questo sia il bene della città è profondamente errato. Gli inciuci, la confusione, la mancanza di chiarezza, l’unione forzata di cose che non possono stare insieme non serve a nulla se non a coltivare dannosissimi orticelli di potere personali. E questo nessuno lo vuole e gli avezzanesi debbono esserne coscienti. Quindi o subito o entro un mese al massimo, si dovrà arrivare ad un redde rationem. Tanto meglio farlo ora.
Il problema è però un altro. Questa situazione ha una chiara origine ed è la proclamazione degli eletti del 29 giugno 2017 che vide il Presidente del Tribunale Forgillo attribuire premio di maggioranza e addirittura quindicesimo consigliere a De Angelis. Un errore? Una interpretazione? L’applicazione della governabilità da parte di un mero organo esecutore? Questo non lo si saprà mai a meno che qualcuno non decida di andarci a fondo. Una cosa, invece, è chiarissima. Quella proclamazione ha portato a questa situazione che non va a detrimento di De Angelis o di Di Pangrazio, no. De Angelis ha fatto il Sindaco, eletto e con la maggioranza che gli era stata attribuita, seppure in modo errato. Di Pangrazio ha fatto un più che legittimo e logico ricorso per far rispettare la legge quale è, anche se è una legge contraddittoria, e soprattutto per far rispettare la volontà dei cittadini.
Chi ne subirà le conseguenze saranno i cittadini stessi che hanno vissuto otto mesi di una maggioranza che ha brillato solo per spese fortemente inutili e qualche annuncio avventato. Soprattutto, otto mesi che potevano essere utilizzati meglio. Facciamo qualche esempio.
Avezzano, e la Marsica, soffrono una grossa carenza di servizi.
La sanità. Un solo pronto soccorso aperto, un solo ospedale con i reparti e le specialità mentre gli atri due sono di settore, una clinica privata sopravvissuta ad Avezzano ed altre tre che, però, anche loro sono specialistiche nella gran parte. Risultato: pronto soccorso e reparti affollati con disagi sia per i cittadini-pazienti sia per i cittadini-dipendenti della sanità locale.
Giustizia. Il nostro Tribunale resta a rischio soppressione e questo avverrà a breve. L’iniziativa di accollarsi le spese vive, peraltro togliendo quasi tutti i fondi all’università, rischia di essere un boomerang e far ritrovare Avezzano e la Marsica, dopo poco, senza tribunale e università.
Trasporti. La linea ferroviaria resta quella che è, il servizio Tua è pressoché evitato dai pendolari marsicani che utilizzano quasi tutti le compagnie private, e poi c’è il gran patròn delle autostrade abruzzesi, Toto, che da una parte alza i pedaggi a suo piacimento e dall’altra regala il Telepass, una sorta di graziosa elemosina, ai pendolari. Per un anno, «Poi – come diceva Giorgio Gaber nel “Signor G” – , dopo basta».
A questi potremo aggiungerne tanti altri, come la sicurezza delle scuole, con buona pace di quel gruppo di mamme un anno fa allarmatissime ed arrabbiatissime ed ora soddisfate pur non essendo stato fatto nulla; oppure sul lavoro con nessuna iniziativa di incentivazione o di finanziamento aperta per cercare di rilanciare industria, commercio, turismo e valorizzare le risorse territoriale; oppure ancora, lo sport con la perdita della Cittadella dello Sport e una situazione delle associazioni sportive della città a dir poco imbarazzante. Certo se De Angelis avesse governato ancora avrebbe realizzato l’Urban Center anche se pochi o nessuno in città ha capito dove, con che compiti e per fare cosa. Si è capito solo che il fantasma dell’Urban center ha già un suo direttore. E questo non per polemica ma come ulteriore sottolineatura che la fretta di fare per paura di non poter più fare forse fa compiere anche scelte errate, anche se il sospetto che sarebbero state effettuate ugualmente resta.
Avezzano avrà, forse, il centro riqualificato con la fontana orologio che ne sarà simbolo. Un orologio fermo. L’esatta sintesi di quello che si è abbattuto sulla città in questi otto mesi.
Insomma, Avezzano aveva bisogno di una amministrazione forte e la Marsica aveva bisogna che il suo capoluogo fosse in grado di sollevare davvero la «Vertenza Marsica».
Invece oggi, dopo otto mesi, siamo ancora qui, con i dadi in mano e la partita che riprende da capo e una sola certezza. Qualcuno ha sbagliato e il conto non possono pagarlo gli avezzanesi.