di Pierluigi Palladini
AVEZZANO – Bacchettate sulle mani dal Sindaco di Avezzano sub-judice al ministro Martina, venuto nella mattinata di ieri, 14 febbraio, in città. Una vera lezione di stile e correttezza istituzionale che il primo cittadino del capoluogo marsicano ha voluto impartire al ministro per le risorse agricole. La stoccata è partita, come ormai vezzo di un po’ tutti i politici, su Facebook postando una lettera inviata al Sindaco di Grosseto che, evidentemente, aveva anche lui qualcosa da lamentare con lo stesso ministro.
Questo il testo vergato dal Nostro: «Caro Sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna, se può consolarti, il ministro Maurizio Martina, ormai in piena trance elettorale, ha riservato alla città di Avezzano la stessa “cortesia” istituzionale con cui ha trattato la tua Grosseto, di cui sei primo cittadino, non facendomi pervenire alcun invito, né formale né informale, alla kermesse cui lui oggi interviene presentandosi, bada bene, come “ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali”. Visto il tema dell’incontro, “Al lavoro per la nostra terra”, mi avrebbe fatto piacere sottoporgli alcune riflessioni, soprattutto in considerazione della vocazione agricola e delle relative problematiche del nostro territorio. Per completezza di informazione, ci tocca precisare che non avremmo certo preteso, sulla locandina dell’evento, che come potrai constatare è spudoratamente elettorale, gli stessi caratteri cubitali con cui si annunciano le presenze di soli esponenti della sua coalizione e in particolare di uno dei candidati alle imminenti politiche, ma ci ha lasciato ancor più perplessi scoprire che, in fondo a destra, stampato a caratteri minuscoli e quasi invisibili, è nascosto un generico invito rivolto a sindaci, associazioni di categoria, sindacati e cittadini. Cercasi claque, sarebbe stato più onesto. Cordiali saluti. Gabriele De Angelis Sindaco di Avezzano».
Lungi da noi il voler giustificare Martina, che comunque è ormai un ministro a metà visto che il 4 marzo ci sono le elezioni politiche, ma nel leggere la tesi del Sindaco precario di Avezzano, ci viene da ripensare a fatti estremamente recenti.
Ci piacerebbe sapere dal primo cittadino avezzanese, a quale categoria della correttezza istituzionale appartiene il disertare ripetutamente gli incontri e le proteste degli altri sindaci della Marsica sulla questione pedaggi autostradali, fino al punto di non essere presente quando gli stessi suoi colleghi sono stati ricevuti da rappresentanti del governo e nel contempo andare a colloquio privato con l’imprenditore Toto, in compagnia dei sindaci di L’Aquila e Sulmona.
E in quale parte della correttezza istituzionale si colloca l’ammantarsi di una presunta influenza e non andare alla commemorazione del terremoto del 1915, tragedia immane, la più grande di questa regione e fra le più gravi d’Italia per estensione e vite perse. E di che correttezza istituzionale parliamo relativamente al continuo ricorso alla delega per il 90% degli eventi e delle manifestazioni in città oppure quella di non partecipare alla maggioranza delle giunte, ovvero del suo governo civico?
Beh, come dire, il pulpito della correttezza istituzionale ci pare come quello meno frequentabile dal temporaneo Sindaco di Avezzano, considerando la sua scarsissima pratica con questo habitus. A proposito del latino, ci torna in mente una bella massima del favolista latino Fedro che volentieri giriamo al Sindaco: «Giove ha imposto agli uomini due bisacce: quella dei vizi altrui, tenuta bene in vista, ed una per i propri, tenuta nascosta dietro la schiena. Perciò non possiamo scorgere i nostri difetti e, non appena gli altri sbagliano, siamo pronti a biasimarli».
Son passati 21 secoli, eppure l’antica saggezza si tinge sempre più spesso di amara contemporaneità.